Dopo la delusione dell'esordio, la seconda giornata di Premier League è quella della redenzione per Antonio Conte. In emergenza totale, il suo Chelsea si affida a Marcos Alonso, che con un'incredibile doppietta stende il Tottenham a Wembley: finisce 1-2 per i campioni in carica, che cancellano la figuraccia contro il Burnley e tornano in vita, infliggendo agli Spurs una pesantissima sconfitta interna, la prima in casa, in uno stadio che sembra maledetto per la banda di Poch.

Fonte immagine: Twitter @ChelseaFC
La punizione dello 0-1. Fonte immagine: Twitter @ChelseaFC

Le scelte - Pesanti per Pochettino sono i recuperi di Kieran Trippier sull'out di destra, con Walker-Peters inizialmente in panchina, e di Victor Wanyama in mezzo al campo: il tecnico argentino torna così al 3-4-2-1 dopo il passaggio a quattro contro il Newcastle all'esordio. Davanti i magnifici tre, assente Rose a sinistra: spazio ancora a Davies. Conte ha di fatto un undici obbligato, viste le squalifiche di Fabregas e Cahill (prima di tre giornate), oltre ai problemi fisici di Pedro, che va in panchina, e Hazard: esordisce Bakayoko, sebbene non sia al meglio, a centrocampo con David Luiz, che avanza in mediana, e Kanté. Christensen e Rudiger sono titolari nella difesa a tre insieme ad Azpilicueta, così come Morata. I tre subentrati della prima giornata tutti dal primo minuto, con Willian a supporto dello spagnolo in avanti. Ai lati Alonso e Moses.

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Nonostante l'emergenza, l'approccio migliore alla partita ce l'ha il Chelsea, da subito convinto e in palla e, dopo cinque giri di lancette, con la prima enorme palla-gol della gara: Azpilicueta pennella per la testa di Morata, l'ex Real e Juve dimenticato in area manca clamorosamente la porta. L'occasione risveglia gli Spurs, piuttosto silenti in avvio prima di sfoderare le proprie armi, a partire da Harry Kane, che impegna un incerto Courtois con un destro potente ma centrale; per niente sicuro il portiere belga ed ancor meno la sua difesa, con Christensen in pole position. La dimostrazione arriva al quarto d'ora, quando un suo liscio concede ad Alli di battere da posizione defilata senza inquadrare lo specchio. Meglio fa Dembelé dalla distanza col suo mancino, chiamando l'estremo ospite a deviare in corner.

Il duello sinistro-portiere si ripropone al 24' dalla parte opposta, con esito diverso, ma di nuovo sorridente ai Blues: Marcos Alonso su punizione disegna una traiettoria imprendibile che si spegne all'incrocio dei pali e vale lo 0-1.

La deliziosa punizione dello 0-1.

Nonostante il vantaggio, gli uomini di Conte non rallentano i ritmi, favorendo anche il gioco del Tottenham, nuovamente pericoloso alla mezz'ora con Kane, che chiama Courtois all'intervento; il 10 di casa prova a rompere invano la maledizione d'agosto, vedendo successivamente un'altra sua sassata terminare la propria corsa sul palo - lasciando peraltro Christensen, in apnea totale durante tutto il primo tempo, con i giramenti di testa. L'ultimo quarto d'ora è un dominio nervoso degli uomini di Pochettino, ripetutamente vicini al gol anche con Ben Davies, il cui sinistro è respinto da Courtois, e Wanyama, destro secco controllato dall'estremo dei Blues. L'ultimo highlight lo regala David Luiz, una magistrale chiusura sul primo palo per anticipare Dier su cross di Vertonghen.

L'assedio del Tottenham vive quindici minuti di pausa obbligati dall'intervallo, ma al rientro dagli spogliatoi non si placa, mentre il Chelsea punta a limitare i danni spazzando senza molto raziocinio, precludendosi però le possibilità di ripartenza. Diminuiscono però gli sbocchi per la squadra di Pochettino, che fa ricorso alla panchina in un momento di difficoltà - in cui i Blues riescono a tenere palla lontana dalla porta provando anche a cercare Morata, con scarso successo - inserendo Son al posto di Dier. Dopo il 70' i campioni in carica riescono anche a pungere, perché Willian riesce a ripartire e a gestire meglio la palla: Morata si muove al suo fianco e viene servito coi tempi giusti, in area il suo destro è smorzato da Alderweireld e si spegne sul fondo.

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Nella difesa degli Spurs si aprono le prime falle, complice un atteggiamento estremamente offensivo, così Moses prova a tagliare e battere verso la porta senza inquadrarla, scegliendo solo la potenza. Forte ed anche preciso è invece un siluro rasoterra da fuori area di Willian che colpisce in pieno il palo, con Lloris ampiamente battuto e salvato dal montante.

Le certezze recuperate dalla retroguardia di Conte, che respinge cross a ripetizione e si immola più volte uscendo con buon tempismo, crollano di fronte a un'ingenuità di Bakayoko sul fronte destro, un fallo inutile che regala ad Eriksen una punizione intrigante, battuta tagliata dal danese e deviata provvidenzialmente di testa nella propria porta da Batshuayi. All'82' la gara torna in parità, ma a due dal novantesimo il Chelsea raccoglie le ultime forze e rimette la testa avanti: Wanyama perde palla sulla propria trequarti fermando la transizione dei suoi, l'azione prosegue con l'inserimento di Marcos Alonso che in area calcia liberamente in diagonale col sinistro, bucando Lloris, con la palla che si infila sotto il corpo del portiere francese.

Il gol del raddoppio e della vittoria.

Pochettino si gioca anche la carta della disperazione buttando nella mischia Vincent Janssen, ma l'entusiasmo e la nuova linfa del Chelsea hanno la meglio: Conte si prende i suoi primi tre punti della stagione, il Tottenham rimedia la prima sconfitta alla prima gara interna. La maledizione di Wembley continua per i Lilywhites

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About the author
Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]