Le classiche previsioni di inizio stagione compilate dagli addetti ai lavori intorno alla Premier League davano con un buon 95% lo Swansea per spacciato. Mercato considerato approssimativo, tecnico inadeguato - nonostante il nostro tricolore sventoli da un bel po' di anni, calcisticamente parlando, nel giardino della Regina - giocatori non adatti in larga parte alla categoria, oppure considerati bolliti, da rottamare, inutili per un campionato di tale calibro.

Fino a dicembre tutti si sono sfregati le mani, tutto sommato a ragion veduta. Effettivamente la squadra sotto la gestione tecnica di Francesco Guidolin non aveva brillato, tanto che dopo sette giornate la classifica era ferma a quattro punti. La decisione, a dir poco affrettata, di cambiare tecnico poteva essere forse vincente, anche se tanto di buono si era visto, anche se non assistito dai risultati, ma è stata resa vana dalla decisione di portare in Galles Bob Bradley, presto soprannominato "Ronald Reagan" per i metodi di allenamento piuttosto antiquati. Ed è tutto dire.

Paul Clement. | Fonte immagine: Swansea City
Paul Clement. | Fonte immagine: Swansea City

Pre-Clement: 20 partite, 23 gol fatti, 45 subiti, 15 punti.

Post-Clement: 18 partite, 22 gol fatti, 25 subiti, 26 punti. 

Huw Jenkins, chairman dei cigni, è riuscito a riscattarsi in debito ritardo, ma comunque in tempo utile per conquistare una pesantissima permanenza in Premier League, convincendo Paul Clement a lasciare la Baviera, dove era il vice di un tale Ancelotti Carlo (conosciuto ai tempi del Chelsea) e ad assumere il ruolo di allenatore della prima squadra. Presa la guida tecnica degli Swans alla giornata 21, l'inglese ha totalmente rivoluzionato il rendimento, mantenendo quanto di buono prodotto dall'attacco ma riuscendo a sistemare una difesa che sembrava più che altro un lasciapassare universale: 45 gol imbarcati nelle prime 20 uscite, 25 nelle successive 18. Bottino di 26 punti, contro i 15 messi insieme dai suoi predecessori, compresa la passerella di due partite del sempreverde Curtis.

In ogni caso, nonostante il senno di poi ci riveli come i giornalisti di cui sopra siano caduti in errore, al primo settembre, a mercato concluso, era davvero difficile decifrare la situazione dello Swansea, che aveva appena ceduto il proprio pilastro difensivo, nonché capitano e leader Ashley Williams all'Everton, un club più ambizioso per un centrale che voleva ragionevolmente provare a salire di livello. Il suo sostituto è stato Alfie Mawson, classe 1994 prelevato dopo una grande stagione al Barnsley.

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Alfie Mawson. | Fonte immagine: GettyImages

Nove nuovi innesti tra estate e inverno, da cui ripartire per l'anno prossimo.

Dettaglio non da poco è che militava in League One, la terza divisione. Ovviamente il passaggio è stato inizialmente tragico, il povero inglese non sembrava in grado di trovarsi - avere al proprio fianco Federico Fernandez non aiuta particolarmente - e ciò andava a ripercuotersi su tutto il sistema difensivo. Un disastro totale. L'unica nota lieta nella prima parte di stagione, nel 2016, è stato il solito Gylfi Sigurdsson, altro elemento troppo grande per poter pensare di non cambiare maglia al più presto per tentare un altro salto in una big, ora con una maturità diversa rispetto al fallimento nel Tottenham.

La ventata di aria fresca del 2017 aveva riportato lo Swansea più a ridosso della salvezza, ma una striscia di 5 sconfitte e un pareggio tra marzo e aprile aveva nuovamente rigettato i gallesi nel baratro. Finché il Re Leone non è tornato a ruggire. Fernando Llorente ha deciso di ergersi a protagonista, segnando 4 pesantissime reti nelle ultime cinque gare di campionato (l'ultima inutile, per dovere di cronaca), arrotondando il proprio bottino totale fino a quota 15, e soprattutto portando punti di importanza capitale.

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Fernando Llorente. | Fonte immagine: The Independent

La stagione dell'ex Juve si contrappone a quella del compagno di reparto - in realtà sostituto - Borja Baston, pagato fior di quattrini, 18 milioni di Euro, e mai davvero protagonista (anzi...). Meglio è andata con Jordan Ayew, più adatto a entrare nell'intelaiatura elastica di gioco disegnata da Clement, il quale ha riorganizzato la squadra, portato metodo, risanato l'aspetto psicologico e gettato importanti basi per il futuro.

Tutto questo rende la stagione più che positiva nel proprio complesso, perché i lati positivi con cui si è conclusa sono andati a cancellare tutte le difficoltà della prima parte. Di certo l'estate dovrà portare in dote varie novità, in quanto a pezzi di mercato, magari senza cessioni. Difficile, ma non impossibile: con questo nucleo e con giovani a cui serve solo esperienza, Clement può fare grandi cose.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]