Come un abile stratega che, prima di ogni battaglia, riesce a plasmare un esercito equilibrato tra esperienza e talento senza perdere gli eventuali punti deboli del proprio schieramento, anche Massimo Rastelli continua a lavorare per migliorare, nonostante un'ottima stagione in A che ha portato il suo Cagliari a salvarsi senza troppi problemi. Dal ritiro di Pejo, in esclusiva per la Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico dell'Avellino ha infatti sottolineato i punti nevralgici su cui migliorare, alzando l'asticella della propria rosa in vista dell'annata calcistica 2017/18: "Dobbiamo ripartire dal lavoro - ha detto - dalla schiettezza che paga sempre e dal rispetto".

Primo punto da analizzare, quello inerente il cambiamento della difesa, al centro di un vero e proprio restyling rispetto a quella vista nella scorsa stagione, spesso insicura e traballante: "Abbiamo subito molti goal nella scorsa stagione - sentenzia senza giri di parole Rastelli - Andreolli porterà esperienza ed affiancherà Pisacane, che da centrale ha reso bene. Abbiamo Isla, che si è integrato a destra e Padoin, un vero e proprio jolly. Spero di recuperare anche Ceppitelli e Capuano, che può essere anche adattato a sinistra". La fascia sinistra, dunque, nella scorsa stagione sorvegliata da Murru ma dalla prossima affidata al giovane Miangue. Sull'ex terzino sardo, ora alla Sampdoria, Rastelli sceglie di chiarire la situazione: "Murru con me ha sempre giocato, la polemica finisce qui. E' stata una scelta societaria che ci ha portato contropartite importanti".

Parlando dei molti talenti presenti in rosa, su tutti Barella e Joao Pedro, Rastelli non disegna complimenti e parole al miele: "Barella ha resistenza e corsa, è un Dunga coi piedi di Rui Costa. Un altro anno a Cagliari gli serve, poi sarà pronto per la prima squadra. Joao è forse il calciatore che ho capito di più, gli sono entrato in testa. Deve essere il suo anno. Il fatto di avere delle figlie dell'età dei miei calciatori mi aiuta a capire le loro problematiche". Un mix di potenzialità ed esperienza, dunque, questo Cagliari, in cui non può non spiccare la figura di Marco Borriello, primario artefice della salvezza sarda: "Siamo passati dalle piccoli frizioni alla stima. - ammette - Vuole giocare sempre, è forte: su due tiri, un goal. E' innamorato di quello che fa e vuole godersi il momento, è giusto".

Un'ultima parentesi, poi, su Pisacane, giunto in Serie A dopo una carriera ricca di infortuni e disgrazie: "I meriti sono tutti suoi, io ho scelto l'uomo e basta. Ha i miei stessi valori, arriva dal basso e mette sudore, energia, giocando ogni pallone come se fosse sempre quello decisivo. Ha emozionato tutti ed anche me". Sui prossimi obiettivi del suo Cagliari, infine, Rastelli non si sbilancia: "L'obiettivo primario resta la salvezza. Ma in una Sardegna Arena che deve essere, oltre che fortino, una vera e propria bolgia". 

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Antonio Abate
Studio Filologia Moderna a Salerno. Sogno di diventare un giornalista e/o un telecronista sportivo. Direttore Generale di Vavel Italia nonché socio fondatore di TAGS Soc. Coop. Vorace lettore.