La prima uscita di livello della nuova Inter di Spalletti è andata decisamente meglio rispetto a quanto si è visto nel ritiro di Brunico contro il Wattens e il Norimberga. Contro i tedeschi che militano nella 2. Bundesliga i nerazzurri sono usciti sconfitti per 2-1, destando un po' di preoccupazione tra i tifosi che prospettavano già una stagione sulla falsa riga di quella da pochi mesi conclusa. Ieri, in quel di Changzhou, la città del dragone, contro lo Schalke 04 dell'italiano Tedesco è andata decisamente meglio, nonostante sia arrivato soltanto un pareggio. Per buona parte dei 90', il pallino del gioco è rimasto in mano all'Inter che ha costruito tanto, concretizzato e subito poco anche se è arrivato il gol dell'italo-tedesco Caligiuri. Buona anche la risposta da parte di alcuni giocatori.

Cosa va

I singoli. Se l'anno scorso nessuno provava a mettersi in proprio per cercare la giocata illuminante rimanendo nell'anonimato, quest'anno le cose sono cambiate: dal centrocampo in su, Perisic prima, Joao Mario, Gabigol e Jovetic poi, hanno dimostrato di esserci con la testa e che i colpi ce li hanno a differenza di ciò che si è visto negli scorsi mesi. Il croato lo conoscevamo già, ma spesso si spegneva, e quest'anno nel caso in cui dovesse rimanere a Milano, potrebbe aiutare molto l'Inter a raggiungere l'obiettivo Champions, soprattutto se può essere alternato ad una riserva degna. Joao Mario sembra un giocatore del tutto differente, molto simile a quello che ha giocato dodici mesi fa l'Europeo: idee, classe, lanci, verticalizzazioni lo hanno distinto dagli altri, anche se in posizione di ala non ha inciso. Decisamente meglio al fianco di Borja Valero. Gabigol, invece, sembra essere uno di quelli in grado di portare un grosso aiuto alla squadra, a patto di una maggior fiducia: la voglia di fare è tanta, il dribbling c'è, i movimenti anche. Meglio di un Candreva in ombra nel primo tempo. Bene anche Jovetic che alle spalle di Pinamonti cerca spesso il fraseggio, l'uno - due e la finezza che riesce. Se si conferma a buoni livelli, Spalletti può avere un buon jolly.

Seppur poco impegnata, la difesa si è dimostrata abbastanza solida: D'Ambrosio attento e propositivo, Skriniar e Miranda hanno tenuto bene Burgstaller con il brasiliano che sembra essere tornato leader della retroguardia. Nagatomo così e così con un paio di buone diagonali. E da posizione insolita di terzino, la sorpresa migliore è Murillo: in 25', un gol stupendo a giro sul secondo palo con il sinistro che non è il suo piede e da saltatore sui calci d'angolo un paio di occasioni sprecate per il 2-1; ciò che è stato fatto bene nei primi mesi in Italia forse non è un caso.

La coppia Gagliardini-Kondogbia funziona da ruba palloni ma è ancora da rodare in fase di impostazione: l'azzurro è poco lucido quando bisogno far ripartire l'azione, non è nelle doti del francese il costruire azioni pericolose. Meglio con l'ingresso di Borja Valero che dà ordine e qualità in mezzo al campo.

Bene anche i due giovani della Primavera, Pinamonti e Valietti: l'attaccante delle giovanili dell'Inter non è più una sorpresa, e per poco non trova il gol della vittoria, mentre il giovane terzino destro cresciuto da Vecchi ha dimostrato di avere gamba e di essere bravo sia dietro che in attacco. Entrambi possono crescere in casa e buttati nella mischia alla giusta occasione.

Cosa non va

Alcuni sbandamenti in difesa rimangono, come in occasione delle incursioni di Konoplyanka e del gol di Caligiuri, sul quale Nagatomo, non nuovo a queste situazioni, si fa trovare impreparato con l'esterno ex Wolfsburg che buca Handanovic. Le altre note tristi riguardano Brozovic: il croato alterna buone giocate ad errori banali che possono costare caro; bene in pressing, male in impostazione quando si impunta e decide di dover fare tutto da solo ignorando i compagni magari posizionati meglio. Non un caso la sostituzione a metà secondo tempo con il conseguente cambio di passo della squadra. Davanti manca incisività: tanti errori davanti alla porta che hanno evitato la vittoria finale, ma è cosa che probabilmente verrà risolta con il rientro in squadra di Icardi al termine del periodo di recupero.

Forse ha ragione Spalletti quando dice che non c'è bisogno di stravolgere la squadra: in effetti la rosa di partenza è buona, va puntellata in alcune zone del campo e nel caso in cui si riuscisse a ritrovare giocatori persi nell'ultima stagione, l'accesso diretto alla prossima Champions non sarebbe un'utopia. Per capire meglio bisogna aspettare settimana prossima per le sfide con Lione, Bayern e Chelsea.