La Roma doveva vincere, ma l'impresa è stata più difficile del previsto, contro un Genoa coriaceo e nervoso che ha messo in difficoltà i giallorossi, apparsi comunque scarichi e affaticati. A risolvere la partita e spedire i capitolini in Champions League, con il secondo posto, ci ha pensato l'ex, Diego Perotti, dopo che Szczesny aveva praticamente regalato i due gol al Genoa tornando per un giorno ad essere il portiere inaffidabile dell'inizio della sua esperienza a Roma.

LE SCELTE - Parte in panchina Totti, con Spalletti che sceglie la formazione titolare con El Shaarawy al posto di Perotti ad agire alle spalle del capocannoniere Dzeko; in mezzo De Rossi e Strootman mandano in panchina Paredes. Il Genoa lancia Pellegri e Palladino davanti al posto dell'infortunato Simeone e sceglie la difesa a tre con Biraschi, Gentiletti e Munoz.

PRIMO TEMPO - Parte subito forte il Genoa che trova subito il vantaggio al terzo minuto con Pellegri, che sigla uno dei gol più giovani della storia in serie A in quanto è nato nel 2001: su una palla in profondità il giovane scatta in posizione regolare beffando Manolas e battendo un colpevole Szczesny. La Roma accusa il colpo e al decimo rischia tantissimo ancora per colpa di Szczesny, che esce in maniera scellerata e offre il pallone a Palladino che sbaglia; i giallorossi però non demordono e all'undicesimo trovano il pareggio con Emerson che riceve da El Shaarawy e mette in mezzo per Dzeko, che di forza prima colpisce il palo e poi di petto in tuffo ribadisce in rete il suo ventinovesimo gol stagionale

Il gioco della Roma dopo il gol rallenta, complice anche l'infortunio di Emerson (sospetta rottura dei legamenti del ginocchio) e non succede nulla fino al diciannovesimo, quando Strootman lancia il solito Dzeko in profondità che però apre troppo presto il piatto e si fa murare da Lamanna. La Roma beneficia della difesa alta del Genoa e, un minuto dopo l'occasione per Dzeko, Strootman lancia El Shaarawy che non trova la porta esitando troppo. La partita vive di fiammate e si addormenta fino al ventinovesimo, quando Dzeko ed El Shaarawy duettano sulla sinistra con l'Italiano che arriva in area piccola ma trova Lamanna a chiudere sul suo tentativo di rimorchio; i compagni cercano molto il Faraone che al trentacinquesimo va ancora uno contro uno e arriva al tiro col destro senza però impensierire il portiere del Genoa. La Roma continua a sfondare sulla sinistra e recrimina al quarantesimo quando Strootman lavora un pallone per Dzeko che da due metri viene abbattuto da Biraghi, che si aggrappa letteralmente al bosniaco che lo aveva anticipato nettamente; il sospetto rigore negato alla Roma è l'ultima emozione di un primo tempo che vede una Roma in netta difficoltà.

SECONDO TEMPO - La Roma parte forte e al secondo minuto della ripresa Dzeko tocca sul primo palo un cross dalla sinistra, per poco non infila il secondo palo. Il Genoa è chiuso nella sua trequarti e rischia ancora al decimo della ripresa, quando Strootman serve Dzeko che da posizione defilata trova un corner. La Roma però è in profonda crisi e non produce più nulla fino addirittura al ventunesimo, quando Totti, subentrato al 7', libera Strootman al tiro dai trenta metri, senza però che l'olandese riesca a trovare la porta. L'inventiva di Totti è l'unica arma della Roma e al ventitreesimo da metà campo scodella per El Shaarawy, che di testa trova un grande Lamanna  a negare il gol.

La Roma trova finalmente il vantaggio alla mezz'ora grazie a De Rossi che ribadisce in rete un rimorchio di un Dzeko, molto altruista, lanciato in profondità da Perotti. La Roma però si complica ancora la vita e al trentacinquesimo il Genoa trova il gol, su un altro errore di Szczesny che non prende un cross di Laxalt e lascia porta libera a Lazovic, che elude Mario Rui e insacca; la Roma si butta avanti alla disperata e due minuti dopo rischia di subire un contropiede uno contro zero dello stesso Lazovic, che colpisce clamorosamente il palo complice una deviazione di Szczesny. La Roma lascia spazi clamorosi e rischia ad ogni ripartenza ma all'alba del quarantacinquesimo trova un nuovo vantaggio, con Perotti che scarica in porta un missile dopo una punizione lavorata nell'ordine da Fazio e Dzeko.

E' il gol vittoria, perché poi succede poco o nulla, se non un paio di tackle duri di Gentiletti. Al triplice fischio esplode la gioia, che lascia poi il passo alle lacrime per l'addio di Totti, celebrato con una qualificazione in Champions League in più.

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Andrea Fabbian
Pane, Roma e basket