Torna in campo la Serie A, e con essa tutto il circus che gravita attorno al massimo campionato nazionale. Torna anche Sinisa Mihajlovic, che sulla panchina del Torino affronterà il Bologna nell'esordio di domani.

Durante la consueta conferenza stampa dallo Stadio Olimpico Grande Torino, il serbo ha presentato la squadra: "Il Torino sta bene. Il lavoro dell’anno scorso è servito: in campo i ragazzi si intendono bene. Abbiamo fatto un buon ritiro e una buona partita in Coppa Italia. Domani però sarà difficile." 

Avversario ostico, comunque, un Bologna che oramai è in pianta stabile in Serie A e che, nonostante la stagione chiusa in parabola calante e l'eliminazione repentina dalla Coppa Italia, non è da sottovalutare: "Il fatto che il Bologna abbia perso in Coppa Italia non deve illuderci, erano rimasti in dieci dopo pochi minuti. Avranno ancora più rabbia nel riscattarsi. Sono una buona squadra con un ottimo allenatore. Sarà una partita aperta. Dovremo cercare di vincere questa partita e col Sassuolo, poi c’è la sosta, per recuperare gli infortunati e sistemarci”.

La seconda parte della conferenza ha visto l'ex-allenatore del Milan tornare sui problemi cronici che, per sua stessa ammissione, affliggevano la squadra lo scorso anno: in particolare, le carenze difensive evidenziate in casa ma soprattutto in trasferta. Problemi di chili e di centimetri, disse Miha, ed ecco che i tanti giornalisti presenti lo incalzano alla prima occasione utile: è cambiato qualcosa? Il Toro riuscirà a difendere meglio? "Noi abbiamo il nostro modo di giocare, e tale rimane sempre. Io voglio una squadra che sappia produrre occasioni da gol. E che in zona gol sia cattiva, concreta. Bisogna giocare in attacco, sapendo che giocando così rischi qualcosa dietro; e allora proprio per questo, quando ci sono le occasioni, bisogna approfittarne. Abbiamo un’identità, che è sempre quella dell’anno scorso. Quello che dobbiamo fare, è avere più equilibrio e avere lo stesso rendimento, in casa e fuori. Abbiamo iniziato a marcare a zona. Ma durante il campionato sapremo cambiare: a volte marcheremo a zona, a volte a uomo, a volte in zona mista. Dovremo sorprendere gli avversari."

Aiutati, ovviamente, anche dai rinforzi arrivati dal mercato: "Abbiamo preso N’Koulou, Lyanco, Bonifazi. E poi abbiamo giocatori esperti e giovani promettenti". Infine, una serie di domande sui singoli: da Belotti ("lui è il capitano e il nostro bomber. Qui tutti gli vogliono bene e sa quanto io lo stimi. È stato difficile trattenerlo"), a Ljajic ("ha le sue responsabilità, sta bene. È un giocatore importante"), passando per Benassi ("le sue parole alla Fiorentina mi hanno sorpreso, ma mi ha chiamato ed abbiamo chiarito") ed Acquah, pizzicato dalle voci di mercato: "lo vedo bene, concentrato. Da questo punto di vista è un esempio di applicazione".

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Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.