Quella di ieri è stata senza dubbio una gara estremamente interessante, sotto tutti i punti di vista. Se infatti ha fatto scalpore il week-end perfetto della Ferrari a Montecarlo come non avveniva da 16 anni, culminato con la vittoria numero 227 nella storia della Scuderia di Maranello e la 82esima doppietta, va detto che dal Principato usciamo con diversi aspetti da sottolineare.

Cominciamo dalla vincitrice, che è sembrata sempre in perfetto controllo della gara, con i due piloti che si sono avvicendati in occasione del pit stop, capaci di controllare pneumatici, macchina, senza particolari apprensioni. Quello che sta facendo discutere animatamente ferraristi, vetteliani, raikkoniani e chi altro volete voi, è proprio quanto avvenuto in occasione della sosta. Partiamo dal presupposto che nel primo stint Raikkonen stava tenendo un ottimo passo, in grado di fornire al primo degli inseguitori dei piloti di Maranello, Bottas, subito un discreto distacco. Succede che al giro 34 il finlandese della Ferrari viene richiamato ai box per il cambio gomme. In quei momenti, alla Ferrari, preparano anche la fermata di Vettel ma il tedesco continua, inanellando 3 giri ottimi in cui abbassa il passo di mezzo secondo ed oltre. Il tedesco tira ancora un po’ le gomme e rientra davanti al compagno finlandese. Questo apre alla domanda: ma la Ferrari ha penalizzato Raikkonen?

Per poter rispondere a questa domanda dobbiamo fare prima un discorso puramente “matematico” ed uno più sportivo. Per quanto riguarda il primo ragionamento, la risposta è presto data, Vettel ha conquistato il gap necessario a rientrare davanti a Raikkonen con la strategia dell’overcut, quindi in pista. Sul secondo ragionamento dobbiamo spendere qualche parola in più. Perché Raikkonen, convinto di poter battagliare per la vittoria (come sembrava fino a quel momento) e di poter rimanere ancora un po’ fuori prima di rientrare ai box, non si è imposto? Detto questo, non possiamo escludere la scelta dell’ordine di scuderia. Personalmente ho scritto già diversi articoli sull’argomento e, indipendentemente dai piloti e dal loro ruolo nella scuderia, è normale che in un campionato come questo le due squadre di vertice applichino questi “metodi”, con buona pace dei benpensanti. Se a questo sommiamo la gara non all’altezza del diretto rivale, si intuisce l'importanza dell'occasione.

Detto questo, premesso che tecnicamente parlando le stradine del Principato conferiscono al circuito stesso delle caratteristiche uniche nel panorama del mondiale, va registrata una Ferrari molto ben assettata, precisa in ingresso curva (a dimostrazione di ciò basta vedere i numerosi replay delle Ferrari in azione alle piscine), con ottima stabilità al retrotreno, con una gestione delle temperature degli pneumatici perfetta, nonostante l’eccessivo caldo inaspettato rispetto agli anni scorsi.

In casa Mercedes invece, a parte la gara “obbligata” di Hamilton, per via della posizione di partenza già di per sé deficitaria, su un circuito come questo ancor di più, va registrato il mancato podio con Bottas, rimasto “vittima” dell’overcut di Ricciardo che, con una mossa “alla Vettel”, riesce a sopravanzare sia Verstappen che proprio il finlandese della Freccia d’Argento. La W08 non è mai stata competitiva al livello delle Rosse, sia in qualifica che in gara, in particolare per via di un posteriore un po’ in difficoltà, come abbiamo potuto notare con Hamilton proprio nella Q2 di sabato. Questo non ridimensiona in alcun modo le vetture anglo-tedesche, che nonostante questo riescono a conquistare punti pesanti in ottica campionato, soprattutto grazie ad un Bottas che, a quanto pare, sa guidare anche con una macchina non perfetta. 

Da evidenziare il salto della Red Bull, pericolosa sin dalle qualifiche e che in gara ha comunque dimostrato di riuscire a stare subito dietro le Ferrari. La prestazione relativa rispetto alla vetta sembra essere migliorata rispetto alle gare precedenti, ma ad onor del vero questo è un circuito che annulla un po’ quelli che sono i deficit di potenza accusati dalla Power Unit Renault, quindi per poter dire “dove si trova” la RB13 attenderei le prossime gare, senza nulla togliere alla prestazione eccellente vista ieri, in particolare di Ricciardo, perfetto esecutore della strategia che gli ha consentito di finire sul podio.

Bene la Toro Rosso con Sainz che, sulla falsa riga di quanto detto per la casa madre, in un circuito poco power sensitive è riuscito ad ottenere un ottimo sesto posto. Degna di nota anche la Haas che presenta entrambe le vetture nella top ten, con Grosjean in ottava posizione e Magnussen in decima. Tra i due si inserisce Massa, che riesce a portare qualche punto alla causa della Williams anche quest’anno apparsa in difficoltà a Monaco nonostante fosse la vettura con il wheelbase più basso del campionato. Fa strano vedere la Renault e la Force India non raccogliere nessun punto. Per i francesi capitale il problema avuto al cambio da Nico Hulkenberg, mentre per gli anglo-indiani sembra essere stata una gara poco fortunata, con entrambi i piloti costretti addirittura a 3 pit stop, con Ocon vittima di una foratura.

Non pervenute al traguardo entrambe le Sauber e le Mclaren. Per gli svizzeri fatale l’incidente tra Button e Wehrlein alla curva prima del tunnel, con conseguente ritiro per entrambi, quindi complice l’errore di Vandoorne si vanifica forse l’opportunità più ghiotta per la scuderia di Woking di andare a punti. Propongo un breve pensiero sull’incidente in questione, la penalità a Button è assolutamente sbagliata. Dal video si può notare come sia stato il pilota della Sauber a stringere l’inglese quando questo era praticamente già alla metà della vettura elvetica. C’è stato il contatto, Wehrlein ha avuto una dinamica peggiore, ma la penalità al campione 2009 la trovo assolutamente inspiegabile.

Concludo con un breve cenno per gli pneumatici. Diverse volte nel corso delle prime gare del campionato abbiamo parlato di come fossero resistenti le gomme del 2017. A Montecarlo abbiamo avuto una ulteriore conferma di questo, con ultrasoft utilizzate dai primi per 35 – 40 giri. Non una novità rispetto agli anni scorsi, ma il passo gara si è mantenuto tutto sommato costante, sino al momento della sosta, consentendo anche a qualcuno, come Vettel e Ricciardo, di giocare la carta dell’overcut, quindi di spremere gli pneumatici oltremodo anche con quasi 40 giri sopra, questa la differenza. Flessibilità maggiore, quindi, nelle strategie, importante per provare a guadagnare posizioni su questo circuito.

Detto questo, appuntamento alla prossima gara, che sarà totalmente diversa rispetto a quella di ieri. L’uica certezza e che ci sarà un Hamilton con il sangue agli occhi!

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