Dopo il week-end in Inghilterra dominato dall’idolo locale Lewis Hamilton, si tornano ad accendere i motori in quel di Budapest, per il Gran Premio d’Ungheria, su di un tracciato completamente diverso rispetto a quello di Silverstone. Il tracciato magiaro è estremamente particolare nella sua conformazione, tanto da essere soprannominato la “Montecarlo senza muri”.

Questo perché, pur essendo un circuito “vero e proprio” e non ricavato tra le vie dedicate alla viabilità ordinaria come avviene per il Gran Premio di Monaco e non solo, possiede molte di quelle caratteristiche tipiche dei circuiti cittadini sul modello monegasco. L’Hungaroring è uno dei circuiti più lenti del mondiale, se si guarda la media oraria di soli 185 km/h, di soli 20 km/h in più rispetto a quanto avviene sotto l’occhio vigile di Alberto II. Questo sarà ancor più evidente, come le differenze, nell’analisi tecnica che andremo a fare.

Da un punto di vista dell’aero-balance, sarà necessario un elevato carico aerodinamico, con i tecnici che opteranno, in linea generale, per ali da alto carico come già avvenuto proprio a Montecarlo e prima ancora in Spagna.

Interessante anche l’aspetto meccanico. Come si può vedere dall’immagine del layout del circuito magiaro, questo presenta curve in successione, con quella precedente che si innesta in quella successiva, a parte il rettilineo principale e quello tra le curve 3 e 4. Serve quindi una certa flessibilità sull’anteriore per un miglior inserimento, ottimo bilanciamento della frenata ed una ottima trazione in uscita dalle curve lente, tutte particolarità di un circuito definito come “stop & go”, l’Hungaroring è probabilmente il miglior interprete di questa “categoria” di piste.

Per quanto riguarda la power unit dobbiamo fare due ragionamenti distinti. Per quel che concerne la parte endotermica, possiamo dire come i cavalli messi a disposizione da questo componente non siano fondamentali, mentre quello su cui bisognerà porre l’attenzione saranno i consumi, per via della continue accelerazioni dovute alla particolarità del tracciato ungherese. Più in generale serve una power unit efficiente e gentile nell’erogazione della potenza generata dal MGU-K.

Per quanto riguarda il capitolo gomme, dalla info grafica della Pirelli si nota come pur essendo un circuito con velocità media bassa, è comunque caratterizzato da numerose curve in appoggio, che vanno ad influire in maniera importante sul comportamento degli pneumatici. Dunque le mescole portate dalla Pirelli sono le supersoft “rosse”, le soft “gialle” e le medium “bianche”.

Tutti i team hanno optato per supersoft e soft, relegando la gomma più dura del week-end al ruolo di comparsa. Anche lo scorso anno il costruttore milanese ha optato per i medesimi compound, nel 2016 c’è stata una strategia a due soste del tipo supersoft – soft – soft oppure con un solo pit stop con soft – medium. Per quanto visto quest’anno, in cui generalmente le mescole sono più dure di quelle del medesimo step di durezza degli anni scorsi, e considerando l’unico set di medie scelto da tutti i team e la relativa preferenza verso le supersoft, viene quasi da pensare che la prossima domenica vedremo una gara ad una sola sosta, ma questa eventualità può essere messa in discussione.

Quello che può rimescolare le carte in termini strategici saranno i problemi di overheating che potranno subire le coperture, in particolari quelle posteriori. Se infatti ci si attende molto caldo, con l’asfalto in primis, ci si può trovare nella situazione in cui soprattutto la gomma supersoft, cosi detta a “low working range”, possa essere veloce nell’andare in temperatura ed altrettanto a surriscaldarsi. Se a questo aggiungiamo il fatto di essere su una pista in cui la trazione ha una importanza relativa importante e la gestione della potenza elettrica del MGU-K ancor di più, eventuali e continui slide possono portare a dei surriscaldamenti localizzati sulla gomma, con pericolo di overheating.

Da un punto di vista della lotta al vertice sarà un appuntamento che potrà dare maggiori informazioni sulla direzione che il campionato può prendere. A vedere la prima parte di stagione, questo dovrebbe essere un circuito più favorevole alla Ferrari ed alla sua filosofia progettuale, ma bisogna notare come la Mercedes abbia avuto un miglioramento della prestazione generalizzata su tutti i circuiti dal Canada in poi. Sarà dunque interessante vedere quali aggiornamenti le due scuderie di vertice porteranno in quel di Budapest, con un occhio alla Red Bull.