Se la MotoGP è la categoria in cui nulla è ancora deciso e la Moto2 è quella in cui il Mondiale ha preso la direzione di Franco Morbidelli, la Moto3, la classe in cui per antonomasia niente è certo, sembra essere arrivata al punto di chiusura. Joan Mir ha ottenuto in Austria la sua settima vittoria stagionale, la terza consecutiva, allungando in maniera decisa su Romano Fenati, tredicesimo al traguardo ed ora lontano 64 punti dalla vetta della classifica. 

Lo spagnolo del team Leopard ha chiarito a tutti, se ce ne fosse davvero bisogno, che il Mondiale 2017 è roba sua e difficilmente se lo lascerà sfuggire dalle mani. La maturazione di MirAcle, iniziata sul finire dello scorso campionato del mondo, è arrivata a compimento in poco meno di un anno e il giovane pilota sta dominando la categoria sin dal Qatar. Le sette vittorie sono un marchio indelebile di costanza e capacità nelle lotte corpo a corpo che caratterizzano la Moto3, ma il trionfo in solitaria di ieri ha il valore di una laurea magistrale. Vincere nella categoria minore del Motomondiale non è mai semplice, farlo per sette volte nemmeno, ma alzare le braccia al cielo in solitaria al Red Bull Ring è sintomo di un talento che va oltre a questa categoria e, spiace dirlo, a quello dei suoi attuali rivali. 

La superiorità mostrata nel tratto misto di Zeltweg pone quindi una questione più interessante rispetto a quella della vittoria del campionato: il prossimo anno Joan Mir potrà già competere per il titolo in Moto2? Storicamente parlando, un rookie non ha mai vinto il Mondiale dell'attuale classe di mezzo ed è difficile farlo proprio per la natura della categoria che richiede un adattamento del proprio stile di guida e premia maggiormente il talento, visto l'obbligo di utilizzo dello stesso motore 600 con 4 cilindri. Tuttavia, i buoni risultati che sta ottenendo Francesco Bagnaia in sella alla Kalex del Team Sky VR46, che in Moto3 non aveva mostrato lo stesso talento di Mir, dimostrano che c'è spazio di manovra. Lo spagnolo dal prossimo anno monterà in sella alla moto del team Marc Vds lasciata vacante da Morbidelli, sempre tra le più performanti del gruppo, e potrebbe migliorare il record stabilito da Marquez che al suo esordio nella Moto2 concluse l'anno al secondo posto.

In aiuto a Mir, che comunque resta possessore di un talento fuori dal comune, potrebbe anche venire incontro un vuoto di potere lasciato dal passaggio in MotoGP di Morbidelli. I rivali dell'italiano saranno ancora lì, è vero, però nessuno sembra in grado di poter vincere un Mondiale, eccezion fatta per Luthi che però sembra aver perso un po' della cattiveria degli anni passati. Se Mir si adatterà bene allo stile di guida della Moto2, e non c'è motivo per cui questo non accada, solo la maturazione di alcuni piloti potrebbe mettersi d'intralcio tra lo spagnolo ed il titolo mondiale della classe di mezzo. 

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Andrea Mauri
Scienze della Comunicazione, appassionato di qualsiasi sport, seguo assiduamente Calcio, Ciclismo e Motomondiale.