Che fantastica storia è la vita. Con queste parole, qualche anno fa Antonello Venditti "invadeva" l'heavy rotation radiofonica italiana. Già, che storia la vita! Può dirlo forte anche Petra Kvitova. Che difficilmente avrà trovato nelle liriche dell'Antonellone nazionale - o in quelle della sanremese Dolcenera di Com'è straordinaria la vita - l'ispirazione per la sua personale risalita dagli inferi, ma che giusto ieri ha scritto una grande pagina di sport, tornando alla vittoria in un torneo di tennis dopo aver rischiato di dover appendere per sempre la racchetta al chiodo.

Piccolo passo indietro al dicembre 2016: Petra Kvitova, mentre è in casa sua, riceve la tutt'altro che gradita visita di un rapinatore. La tennista ceca, nel tentativo di difendersi dall'aggressione, rimedia una coltellata alla mano sinistra. Tanto spavento, una brutta ferita e la necessità di un delicato intervento chirurgico per salvare il ponte fondamentale fra il suo straordinario cervello tennistico e lo strumento deputato ad eseguirne le volontà. E poi il lento recupero, durato sei mesi e un rientro previsto per il torneo di Wimbledon, una sorta di giardino di casa per Petra, che sull'erba di Church Road ha già messo due firme nel 2011 e nel 2014.

Ma la fenice Petra, che già negli passati aveva dovuto lottare contro una fastidiosa mononucleosi, brucia i tempi e sorprende tutti tornando in campo al Roland Garros. Una buona vittoria contro la Boserup al primo turno, poi la strada lasciata a Bethanie Mattek nel match successivo. Quanto basta perché la ceca possa comunque ritenersi soddisfatta della sua prova, con il sorriso che torna ad allargarsi sul suo viso e le lacrime di gioia che si riprendono il loro spazio cacciando via le nubi della paura e del dolore.

Ma il bello, per lei, ancora sarebbe dovuto arrivare: sull'erba di Birmingham, Kvitova sente profumo di casa e trova le sensazioni di un tempo. Turno dopo turno, avversaria dopo avversaria, la racchetta come penna per vergare le parole di un bellissimo romanzo. Fino alla finale, giocata e vinta contro l'australiana Ashleigh Barty, un'altra che, a proposito di storie da letteratura, non scherza. L'australiana, tornata alla racchetta dopo la parentesi nel cricket, ci mette l'anima per poter rovinare il lieto fine alla ceca, ma si deve arrendere. Prima di tributarle l'omaggio che merita: «Ti voglio bene, mi sei mancata. Sei mancata a tutte, sei un motivo di enorme ispirazione per tutti quanti, congratulazioni!».

Si, ci sei mancata Petra. E allora, bentornata e buona nuova vita tennistica.

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.