La vittoria di Motegi da parte di Andrea Dovizioso riapre il discorso Mondiale che la debacle di Aragon sembrava aver chiuso. Sotto la pioggia giapponese la Ducati con il numero 4 sul cupolino ha emozionato e vinto come spesso è accaduto in questa stagione e la battaglia ingaggiata negli ultimi giri con Marquez ha mostrato, ancora una volta, come Dovizioso sia alla pari del rivale in sella alla Honda. 

Grazie all'enorme prestazione offerta ieri, i punti di distacco da sedici sono diventati undici, il che vuol dire che vincendo due gare davanti a Marquez, i piloti si ritroveranno a Valencia con un solo punto di distacco, pronti all'ultimo round quello decisivo. La forza che Dovizioso ha messo in mostra in questa annata non ancora conclusa è straordinaria, soprattutto se pensiamo che lo spagnolo, tolto il primo Mondiale della classe regina vinto da debuttante, ha sempre trionfato con largo anticipo. Per la prima volta da tre anni a questa parte, Marquez, non festeggia il titolo iridato sulla pista giapponese e questo è tutto merito di un Dovizioso capace di tenere testa al Cabroncito e di batterlo anche lì dove lui è da sempre il più forte: il corpo a corpo. 

Le vittorie in Austria e in Giappone sono simili come epilogo, battaglia all'ultimo giro e tentativo in extremis di Marquez di sopravanzare l'italiano, ma non come trama. Dovizioso ha sofferto per gran parte del weekend, non facendo meglio della nona posizione in qualifica, mentre in gara è riuscito a rimontare e sorpassare lo spagnolo già prima dell'ultima tornata, subendone però il ritorno. La nuova fuga del 93 sembrava aver spezzato le resistenze del forlivese, ma gli ultimi due giri, con un Dovizioso nuovamente in rimonta, hanno costretto Marquez a spingere più del dovuto, portandolo all'errore e all'azzardo dell'ultima curva, quando uno zero sarebbe stato pesantissimo. 

La forza del pilota Ducati sta anche qua, nello spingere il proprio avversario a rischiare di cadere sebbene si possa accontentare del secondo posto. Negli ultimi anni Marc ha imparato a fare il calcolatore, ma nella bagarre con Dovizioso sembrava essersi dimenticato di questo aspetto. Ora con undici punti da recuperare ed una pista a favore a testa (Sepang per il ducatista, Valencia per l'alfiere Honda), il numero 4 dovrà cercare di essere il più vicino possibile in pista allo spagnolo, sperando di innescare la bagarre decisiva e magari facendo cadere in errore il 93. Già dalla prossima gara a Phillip Island i due si ritroveranno ad armi pari: nessuno dei due ha un ottimo rapporto con la pista australiana, anche se Marquez ci ha vinto due volte. 

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Andrea Mauri
Scienze della Comunicazione, appassionato di qualsiasi sport, seguo assiduamente Calcio, Ciclismo e Motomondiale.