La rabbia, quella di Serena Williams quando scaglia le sue micidiali bordate. L'orgoglio, quello immenso, di Vika Azarenka, che vince il primo set e, finchè ha benzina in corpo, tiene botta contro una WIlliams a tratti debordante.

Questi i due volti di una partita splendida, per intensità, emozioni e per bellezza di tennis espresso dalle due contendenti. Che fin dalle primissime battute estraggono la sciabola e se le danno di santa ragione, mandando in visibilio gli astanti del Centre Courte, che a volte sembrano spingere la pallina dall'una e dall'altra parte.  E che si godono lo spettacolo di una Azarenka scintillante, chirurgica con la prima di servizio e in risposta: la bielorussa è ispirata e in giornata e si porta a casa il primo parziale. 6-3 recita il tabellone, ma lo spettacolo è solo all'inizio.

Punta sul vivo, Serena comincia a picconare implacabile e a vinciere lentamente ma inesorabilmente le resistenze dell'avversaria. Fra quarto e quinto game, poi il vertice della partita: un quarto d'ora di tennis sublime, in cui la partita si trasforma in un botta e risposta senza esclusione di colpi dove entrambe le tenniste fanno sfoggio di tutto il loro repertorio. Potenza pura e colpi di genio, vedasi la stop volley di Serena che fa crollare il Centrale. Una battaglia vinta da Serena, che mettendo in saccoccia il quinto gioco e portandosi sul 3-2 di fatto mette le fondamenta per vincere la guerra, iniziando il suo monologo e demolendo la volonterosa Azarenka a colpi di servizi tenuti a zero e break che mettono ko la bielorussa.

Che nel terzo set finisce anche la benzina e si trova in breve tempo irrimediabilmente sotto. Ma ha cuore Vika, finchè riesce lotta su ogni pallina costringendo ogni volta la Williams a superarsi. Al resto ci pensa il servizio devastante di Serenator e qualche errore di troppo della Azarenka nella stessa fase di gioco.

Finisce 3-6 6-2 63. Vince Serena che avanza in semifinale per l'appuntamento con Maria Sharapova. Esce con l'onore delle armi Victoria, che pian piano sembra ritrovare la confidenza nel suo gioco e nei suoi mezzi. Vince, soprattutto il tennis, che si regala una partita degna della storia e della leggenda di Wimbledon. Suggellata dal bellissimo abbraccio fra le due contendenti, reciproco onore per un aver dato vita a un match di incredibile intensità.

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.