Non c'è spazio, a Roma, per alcun rimpianto. Fognini è Re per una notte, il Foro abbraccia il figlio fin qui ripudiato. Talento e concentrazione, un frullato perfetto per stordire il primo giocatore del mondo, visibilmente in difficoltà da alcuni mesi a questa parte. Andy Murray è ancorato alla riga di fondo, sballottato da un Fognini di lusso. A Madrid, fendenti ed accelerazioni, un'ora e oltre di assoluto dominio con Rafa Nadal, prima della caduta. Nel centrale capitolino, un'altra storia, diversa anche la pasta del rivale. Doppio break, subito, Fognini gioca dentro al campo, accelera, traccianti che spezzano lo scambio, che inibiscono la parziale reazione di Murray. 62 64, un monologo azzurro, con il pubblico che via via accompagna Fognini, applauso ritmato, momenti di esaltazione. 

Finalmente sono riuscito a far conoscere a Roma il vero Fognini, ecco la notizia migliore”

La versione d'élite, come poche volte in passato. Quando gli astri si allineano, Fognini può sfidare i migliori, è tra i migliori. Nadal e Murray, a stretto giro di ruota, in attesa di Flavia e della paternità. Una manciata di giorni, poi il lieto evento, nel mezzo il cammino romano, sogni e propositi. Situazione in bilico, ma il tennista italiano non si scompone, un passo alla volta, in campo e nella vita, lungo la via della maturità.  

“Questa è una delle mie tre partite più belle di sempre. Le altre due? Una sempre contro Murray (in Davis nel 2014, ndr), l’altra con Nadal a New York. Sto mantenendo un livello alto di gioco, sono sulla buona strada. Ma il tennis c’è sempre stato, la capoccia per fortuna col tempo migliora. E’ una vittoria con dedica, ovvio. Ora che divento papà non giocherò più per me stesso, ma per qualcosa di più speciale. Mancano tre giorni alla data stabilita del parto, speriamo che mi lasci tranquillo ma so anche che da un momento all’altro può finire il mio torneo”.

La chiusura è una sorta di analisi introspettiva. Una carriera a metà, tra colpi di mano e passaggi a vuoto. Ora, Fognini, si ritrova all'ultima chiamata, alla soglia dei 30 anni. Al Foro, casa sua, per la prima volta. 

“Per motivi extratennistici non sono riuscito a fare di più nella mia carriera, c’è sempre stata qualche carenza a livello mentale. Con Murray speravo di poter far bene perché con lui l’ho sempre fatto. Sono riuscito a comandare il gioco, ecco perché ho portato a casa il match. Vincere gli Internazionali? Rimaniamo con i piedi per terra...è stata una serata davvero indimenticabile”.

Fonte dichiarazioni Gds

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo