La sfida tutta francese sull'erba del Gerry Weber Open - ATP 500 in onda ad Halle - vede vincitore Richard Gasquet, che batte Gael Monfils in rimonta. Adesso esame Haas o Tomic

Il colpo embrionale di Monfils stila esiti differenti. La soluzione alla T adottata da sinistra porta i suoi frutti, mentre sul servizio esterno da destra Gasquet riesce ad aggrapparsi ed a rispondere profondo e basso. Concede tre palle break, trova ristoro nella battuta. Richard - come ben sappiamo - è un pozzo di talento addolcito da una punta di mentalità vincente. Colora il cosmo con il suo rovescio - devastante nel ribaltare lo scambio lungolinea, sensazionale nel cross lungolinea - incespica molte volte quando tenta di manovrare con il dritto. Sotto 30-0 lavora in maniera certosina un Monfils falloso e conquista il break. Nel game successivo La Monf regala alla platea la massima espressione del suo tennis eclettico e lunatico; piazza tre colpi facili in corridoio, poi ricuce con il servizio ed il dritto conquistando un gioco importante. Il gioco a rete diventa il demiurgo del match, soprattutto per un Gasquet sempre più in difficoltà nel combattere ordinatamente da fondo campo. Questa si rileva una strategia a doppio taglio, meno efficiente e risolutiva del previsto; il parigino infatti scatta sull'erba, danza, passa ripetutamente l'avversario e carezza con eleganza la palla nei pressi della rete. Monfils trova anche profondità e pesantezza di palla, ottimo sia con il rovescio - celestiale il bloccato con cui passa sul 30-30 nel 7° game - che con il dritto, mortifero ed usato in tutte le salse. Si prende il break, soffre il giusto nell'ultimo game - annulla una palla del contro break al cospetto di un Gasquet redivivo - e conquista il parziale

Il romantico gioco espresso sui prati da vecchi giardinieri sembra finalmente giovare a Gasquet, abile a dare alito alle sue discese con scelte fruttuose. I game scorrono veloci, i tennisti paiono a corto d'idee e soluzioni in risposta. A conti fatti meglio Monfils, il quale riesce a limitare notevolmente anche gli errori. Nel 7° gioco, per Gael, arriva il primo treno utile per scappare verso il 2T. Ringhia da fondo, spreme talento dalle treccine che vestono il capo ed è efficiente anche a rete, togliendo così ossigeno e soluzioni al suo dirimpettaio. Ma Gasquet si salva e rimanda la pratica forfait. Ed è proprio il neo 29enne a contrattaccare ed a correggere il canovaccio del set; non capitalizza due break point ma ne fronteggia addirittura cinque nel game successivo. Commette tre gravi unforced con i colpi base, prima di riemergere dalle tenebre con il servizio ed un paio di contropiedi tambureggianti. E' benzina pura che pervade l'animo ed il braccio di Gasquet, il quale archivia il set con una volèe.

Il set finale - così come l'intera partita - ci abitua a continue palle break, a colpi giocati sul fil di lana ed a salvataggi estremi volti ad evitare la frittata. Entrambi infatti riescono a dipanare l'incubo break, mentre il match regala uno spezzone tranquillo condotto dai servizi. Sul 3-2, però, Monfils è costretto a fronteggiare ben tre possibilità di allungo, non venendo soccorso nemmeno dalla caviglia, di nuovo sottoposta alla graffiante erba. Si salva, ma non riesce nello stesso identico intento due giochi dopo. Gasquet raccoglie un paio di errori di troppo dell'avversario e può servire per il set; qui Monfils lascia andare il braccio, spezza le catene e tenta il tutto per tutto. Ma la palla break non porta a nulla, Richard chiude elegantemente con la volèe alta di rovescio

R.Gasquet b. (5) G.Monfils 3-6 6-4 6-3

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Simone Cappelli
Divido la mia conoscenza sportiva tra calcio, tennis e basket. Il rettangolo verde è stato il mio primo amore ma con il tempo non ho saputo resistere al fascino di una schiacchiata in alley-oop ed a un dritto lungolinea. Amo tre giocatori alla follia, uno per sport. Il Re, Roger Federer, il play per eccellenza, Chris Paul ed un improbabile messicano scappato di casa, tale Javier Chicharito Hernandez