Un Roger Federer conservatore e metodico, batte senza strafare Karen Khachanov e stacca il pass per l'11^ finale al Gerry Weber Open. Più tardi - ore 16 - Gasquet e Zverev si contendono l'atto conclusivo. 

Il maestro opposto ad uno dei promettenti scolari che navigano sotto l'etichetta Next Gen, quasi 36 primavere contro 21. Il saggio conoscitore della tecnica e della tattica, scrupoloso percussionista, artista navigato ed elegante, trova di fronte Khachanov: disegnatore da fondo, repellente alla rete, robusto offendente, abile battitore, cultore del dritto e - come lui stesso sostiene - del rovescio lungolinea. Inconsistenza ed incostanza sono le parole chiavi dei primi due game: Khachanov cura il servizio, ma perde feeling con il dritto annaspando nei movimenti e mancando gli appoggi. Annulla una palla break, ma cede ai vantaggi. Restituisce il favore Federer: avanti 40-15 commette alcuni errori di manovra e viene trasportato ai vantaggi. Leggero al servizio e macchinoso negli spostamenti, il contro break è inevitabile. Il gigante russo è ancora acerbo ed impaurito e vanifica il regalo consegnatogli dall'8 volte campione del torneo teutonico. Singhiozza al servizio, poco mobile e falloso: altro break. Il match imbecca i binari dell'equilibrio: Khachanov ritrova solidità e freschezza da fondo, nonché l'amore con il colpo embrionale; Federer appare tranquillo, ma troppo sicuro e fiducioso dei propri mezzi. Giostra i punti con il servizio, tenta di spostare il suo dirimpettaio come un burattinaio fa con le sue marionette, ma non serve i risultati sono eccelsi. Il set scivola velocemente verso la fine, finendo nelle tasche dell'elvetico.

Cambio di parziale, non di tattica ed idee. Khachanov - primo a servire - carbura prepotentemente ed inizia a graffiare, schiaffeggiare le palline da fondo, non disdegnando estemporanee discese a rete per chiudere il punto. Federer regale con il servizio, calmo e compassato nei colpi di manovra, nei disegni da fondo, nelle pennellate a rete. Sfilano via 8 game, poi inizia il rodeo: Khachanov spegne la luce ed imbecca un game terrificante fatto di accelerazioni mandate in rete e colpi errati in uscita dal servizio. Break elvetico. Sembra finito il match ma il Re si culla sugli allori, si dimentica la sostanza a discapito dell'eleganza specchiandosi esageratamente: sotto 30-40 regala il contro break.  I due rischiano ancora, ma è il prolungamento la punta dell'icerberg del parziale. Sottigliezze e contro sottigliezze: parte Khachanov andando lungo con il dritto, risponde Federer con un errore di manovra. Si scambia sul filo del rasoio, Roger azzecca la prima e si porta a match point, il russo sbaglia e si consegna al suo avversario. 

(1) R. Federer b. K. Khachanov 6-4 7-6(5)

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About the author
Simone Cappelli
Divido la mia conoscenza sportiva tra calcio, tennis e basket. Il rettangolo verde è stato il mio primo amore ma con il tempo non ho saputo resistere al fascino di una schiacchiata in alley-oop ed a un dritto lungolinea. Amo tre giocatori alla follia, uno per sport. Il Re, Roger Federer, il play per eccellenza, Chris Paul ed un improbabile messicano scappato di casa, tale Javier Chicharito Hernandez