Di servizio. Con un game, il decimo del secondo parziale, di rincorsa, Roger Federer respinge Diego Schwartzman e corona con successo il suo ritorno nel circuito. Primo match ufficiale dopo i quarti di Flushing Meadows, scorie naturali da cancellare con il tempo e la partita. Non basta il primo match point a Roger, attacca in modo superficiale e viene infilato dall'argentino, bravo a disegnare il passante di rovescio. Federer "chiama" allora la battuta, va al centro e poi all'esterno, firmando la quarta W in carriera, in altrettante sfide, con Schwartzman. 76(4) 64. 

Un Federer, come detto, che deve trovare lungo il torneo confidenza e gioco. Fatica ad ingranare con il rovescio, si perde talvolta in eccessivi ricami. Resta, intatta, la capacità di elevare il livello nelle fasi cruciali della contesa. L'incontro si rivela insidioso, Schwartzman non accusa, almeno inizialmente, il palcoscenico. Baricentro basso, buon bagaglio, dimostra attitudine positiva sul cemento - in stagione ottimi riscontri - e in risposta spinge appena Federer apre un varco. Equilibrio, fino al prolungamento, dove lo svizzero accarezza la pallina, colora il campo di eleganza e qualità. 7 punti a 4, un velo che si trascina fino a coprire l'apertura del secondo. Schwartzman cede a 0 il servizio, consegna l'allungo al più quotato rivale. Roger raccoglie e si protegge quando, nel quarto gioco, si espone alla possibile rottura. Ace. Consolidato il vantaggio, la seconda testa di serie tenta di spezzare l'inerzia. Schwartzman è così aggrappato alla partita. Si salva sul 24, mantiene quantomeno la scia. Federer però non concede più nulla, nell'ottavo game vola 40-0, prima di dedicarsi a una combinazione palla corta-lob senza successo. Poco male, il margine è di sicurezza. La partita si chiude qualche minuto dopo. Stizzito per una correzione, Federer sparacchia e si ritrova 0-30. Un concerto di forza e precisione, col servizio. Come sempre. 64, alla seconda occasione. 

Al terzo turno, Federer attende Dolgopolov. Un incrocio forse meno pericoloso, perché l'ucraino è tennista di maggior talento rispetto a Schwartzman, ma con una consistenza inferiore, almeno sulla carta. Non a caso, il bilancio tra i due recita 4-0, 3-0 se si restringe il discorso al veloce.  

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Johnathan Scaffardi
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