Torna anche questa settimana il consueto Spazio Challenger di VAVEL Italia! Il nostro Simone Cappelli vi ha portato nelle pieghe dei tornei di Cali 2 e Ningbo, non ci resta che completare il tour mondiale con i tornei di Las Vegas, negli Stati Uniti, e Ismaning in Germania. 

Tabellone ricco di italiani sul cemento indoor di Ismaning (43.000 euro) in Germania. Nello spicchio alto di tabellone il quarto di finale è completamente azzurro, con Matteo Donati e Salvatore Caruso a contendersi un posto in semi: il primo fa fuori Rosenkranz e Martinez, il secondo Viola e Puetz al set decisivo. La contesa però termina 7-5, 6-3 per il nativo di Alessandria. Bene anche Lorenzo Sonego, che dopo il 2-0 inflitto ad Altmeier supera al terzo lo spagnolo Zapata Miralles e si ritrova in quarti contro il talentino di casa Masur, superato in rimonta. L’altro padrone di casa, Yannick Hanfmann, si fa invece benvolere in tutta la prima parte del torneo: vittorie secche su Jaloviec e Jahn, in quarti di finale la pratica Lamasine (sorprendentemente vittorioso contro Sisljing al terzo) è archiviata in 55 minuti. L’ultimo dei semifinalisti è Dustin Brown, che continua a macinare vittorie dopo essere sceso dal circuito maggiore: il tennista di origine jamaicana suda più del previsto contro Moraing e Simon, ma poi spiazza via in poco più di un’ora Hurkacz, già vincitore su Bachinger. Sfida tutta tedesca quindi quella della seconda semifinale: il tie-break del primo set è di Brown, ma Hanfmann la rimette in piedi e la vince in volata; 7-5 al set decisivo. Bastano due set, non meno combattuti (7-6, 6-4), invece a Lorenzo Sonego per avere la meglio nell’equilibratissimo scontro col connazionale Donati. In finale, l’azzurro deve però chinare la testa 6-4, 3-6, 7-5 per Hanfmann, che può festeggiare il titolo davanti al pubblico amico.

Nel frattempo, oltreoceano continua l’eterna stagione del cemento americano: stavolta si gioca a Las Vegas (50.000 dollari) ma i protagonisti sono gli scorsi degli ultimi mesi. Continua l’ottimo momento di Tennys Sandgren, che scala ancora posizioni portando a casa tre vittorie consecutive senza perdere un set: Lock, Miedler e Choinski (che al secondo turno ha apporfittato del ritiro della testa di serie Groth) sono le sue vittime. L’altro semifinalista è Stefan Kozlov: anche per lui percorso perfetto, facilitato dall’eliminazione al primo turno di Milojevic per mano di Giron, subito dopo estromesso da Kevin King. Vita facile in quarti per il classe 1998: 6-2, 6-3 e pass per il weekend in tasca. Nella parte bassa ottima prestazione dell’altro King, Evan, che ha la meglio su Novikov e Klein (a sua volta killer di Fratangelo in primo turno)  in due tiratissimi match di tre set ed abbondantemente oltre le due ore. In quarti di finale, invece, più facile la pratica Klahn, chiusa con un doppio 7-6. In basso, cede il protagonista più atteso, Cameron Norrie, che al secondo turno lascia il passo a Broady: per il britannico in quarti di finale c’è Opelka, piegato con un 6-7, 7-6, 6-4 da fiato sospeso. In semifinale, Broady ha la meglio anche su uno stremato King, piegato in due set, ed incrocia la sua strada con quella di Kozlov, brillantissimo contro Sandgren (6-3, 7-6). La finale, anch’essa oltre le due ore, è un andirivieni di emozioni: il break al secondo game basta a Broady per portare a casa il primo parziale, ma Kozlov si fa più combattivo col passare dei minuti: break decisivo al dodicesimo game per portarsi in parità col 7-5, prima di un rocambolesco terzo set in cui i tennisti perdono il servizio sette volte su dieci game: alla fine il punto decisivo è di Kozlov, che chiude 6-4 e festeggia il titolo.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.