Una giornata da dimenticare quella di ieri per Maria Sharapova. La tennista russa, rientrata nel circuito WTA da meno di un mese dopo il caso Meldonium, ha dovuto infatti incassare due colpi difficili da digerire. Prima, nel pomeriggio, l'annuncio degli organizzatori del Roland Garros di escluderla dallo Slam parigino (vinto in due occasioni dalla siberiana, 2012 e 2014), poi, in serata, l'infortunio muscolare alla coscia sinistra che le è costata il ritiro contro la croata Mirjana Lucic-Baroni (quando lo score era di un set pari e di un break in favore di Masha nel terzo) nel match si secondo turno del WTA di Roma.

Maria Sharapova sul centrale del Foro Italico. Ettore Ferrari/European Pressphoto Agency
Maria Sharapova sul centrale del Foro Italico. Ettore Ferrari/European Pressphoto Agency

In poche ore Sharapova, attualmente fuori dalle top cento, ha visto dunque sfumare l'obiettivo parigino (non ha nemmeno la classifica per partire dalle qualificazioni) e quello romano, con tanto di infortunio la cui gravità è tutta da valutare. La prima doccia fredda era giunta dalla Francia, dove il presidente della Federazione transalpina, Bernard Giudicelli, ufficializzava l'esclusione della russa dal Roland Garros: "Ho deciso di non concedere una wild card a Maria Sharapova in vista del torneo di Parigi - le sue parole - mi spiace davvero per la giocatrice e per i suoi tifosi. Ma è mia precisa responsabilità, una mia missione, proteggere questo gioco ai suoi più alti livelli". Casus belli, la squalifica della russa (oltre un anno di stop) per utilizzo indebito del Meldonium, sostanza divenuta dopante dal 1° gennaio 2016, a cui Sharapova fu trovata positiva nella penultima edizione degli Australian Open: "La sua squalifica ora è terminata - ha proseguito Giudicelli - e Maria può ambire a nuovi traguardi, ma qui al Roland Garros possiamo concedere wild card solo a chi è reduce da infortuni, non a chi è stato trovato positivo all'antidoping. So che in tanti rimarranno delusi da questa decisione, ma il Roland Garros, insieme all'Atp, alla WTA, e agli altri tornei dello Slam, ha investito tanto nella lotta al doping. Sarebbe stato quindi inconcepibile prendere una decisione diversa. Conosco la dimensione mediatica di Maria, sono consapevole delle aspettative dei fan e dei mezzi di comunicazione, ma per me sarebbe stato impossibile violare il codice antidoping e venire meno all'impegno e al rispetto che da quel codice derivano". 

Maria Sharapova. Fonte: EPA
Maria Sharapova. Fonte: EPA

Nessuna dichiarazione ufficiale di Sharapova in risposta all'esclusione dal Roland Garros. Nessun commento, solo totale concentrazione sulla partita di secondo turno del torneo di Roma, contro la croata Lucic-Baroni. Un match iniziato male, poi raddrizzato grazie all'usuale tenacia, fino all'1-0 (break a favore) del terzo set. Poi, ecco l'infortunio alla gamba, durante il movimento del servizio, il conseguente tentativo di farsi rimettere in sesto dalla fisioterapista, cinque minuti di lotta in campo, e infine l'inevitabile ritiro. Subito dopo, ecco il comunicato della siberiana: "Chiedo scusa a tutti per aver dovuto abbandonare oggi il mio match a Roma, a causa di un'infortunio alla coscia sinistra. Ora mi sottoporrò a tutti gli esami necessari per assicurarmi che non si tratti niente di grave. Voglio ringraziare gli organizzatori del torneo per avermi dato la possibilità di partecipare ancora una volta a un evento tanto speciale". Ancora nessuna prognosi dunque sull'infortunio della russa, che comunque non sarà a Parigi da fine maggio a metà giugno. E' attesa ora per la decisione degli organizzatori di Wimbledon (altro Major già vinto dalla siberiana, nel 2004) riguardo la concessione della wild card. Mentre intanto non si placano le polemiche, tra chi ritiene corretta la scelta dei francesi del Roland Garros, e chi invece considera l'esclusione da Parigi un accanimento non necessario verso un'atleta che ha già scontato la pena comminatale per i fatti di doping. Resta sullo sfondo un sistema di difficile comprensione, che riammette i tennisti risultati positivi (dopo un periodo di sospensione) ma non concede loro la possibilità di rientrare a pieno regime. Perchè, ed è chiaro a tutti, che senza wild card viene meno l'opportunità di tornare competitivi e guadagnarsi l'accesso ai principali tornei. Un'ipocrisia che costa doppio: squalifica e successivo isolamento, quasi più doloroso di una radiazione.