Da Caroline Garcia a Jelena Ostapenko il passo è breve, molte le similitudini. Per entrambe, la stagione della consacrazione ad alto livello, la definitiva ascesa nel pantheon della racchetta. Un gioco di differente forma, un carattere d'acciaio. Jelena Ostapenko è più giovane della transalpina e la sua progressione, per tempi, desta impressione. Difficile pronosticarla a questo punto soltanto alcuni mesi fa. Il 2017, per lei, è l'anno del primo titolo slam, sul rosso di Parigi. Al Roland Garros, il sogno si tramuta in splendida realtà, la finale con Simona Halep è un tripudio di gioia. Jelena Ostapenko, per snocciolare alcuni numeri, vince le ultime quattro partite - dagli ottavi in avanti - in tre set. Il braccio di ferro esalta la ragazza di Riga, specie sulla terra, superficie che da sempre ne stimola l'animo guerriero. Nella polvere, Jelena riesce ad emergere, a rinascere come un fenice, qui può sfogliare il suo tennis di sacrificio, di tenuta.

Se il Roland Garros è il punto più alto, la seconda parte di stagione è utile per raccontare l'intelligenza della Ostapenko in campo, la sua capacità di apprendimento. Dopo un'iniziale parentesi negativa sul veloce - una sola vittoria tra Indian Wells e Miami - e una porzione su erba discreta - quarti a Wimbledon con Venus - la Ostapenko esplode nell'ultimo quarto dedicato al cemento. Incamera le precedenti scoppole, le metabolizza intuendo i dettagli da mutare per trovare la giusta chiave di lettura anche in un contesto diverso dalla terra. A Seoul, per la prima volta, si impone su una superficie rapida - cast di livello medio, atto ultimo con la brasiliana Haddad Maia - da evidenziare, poi, le semifinali di Wuhan - KO con la Muguruza - e Pechino - disco rosso con la Halep. Tornei di ben altro lignaggio. La Ostapenko studia da futura n.1, legge le avversarie, sfrutta la partita per colmare via via naturali lacune. A 20 anni, non è più una semplice giocatrice da rosso, è una tennista a tutto tondo, in grado di consolidarsi e bussare alla porta delle prime 5 al mondo.

Ostapenko vs Halep - Roland Garros

Le Finals di Singapore sono così il giusto riconoscimento per il lavoro svolto. Si trova in un gruppo durissimo, con Muguruza, Karolina Pliskova e Venus Williams, campionesse di certo più adatte al contesto. Non difetta di personalità Jelena, con la sua fascia attende la concorrenza, pronta a gettare il cuore oltre l'ostacolo.

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo